mercoledì, aprile 18, 2007

"Opinioni" energetiche?

Post ricevuto da Franco Galvagno

Ieri ho avuto il piacere di confrontarmi via mail con il prof. Franco Battaglia, attivo autore del sito Galileo 2001 .
Viste le sue recenti esternazioni sul tema energetico (che ho visto riportate sul sito di Debora Billi "Petrolio"), ho voluto approfondire su <http://www.galileo2001.it>www.galileo2001.it.

Da qui, se seguiamo il percoso Materiali (Archivio documenti), sotto "BATTAGLIA Franco " possiamo cliccare sull'articolo "PERCHÉ È INUTILE RISPARMIARE ENERGIA " (pubblicato su Il Giornale, 15 Febbraio 2007), fortemente rappresentativo.
[per il link diretto all'archivio documenti, interessante nella sua interezza: <http://www.galileo2001.it/materiali/archivio.php>http://www.galileo2001.it/materiali/archivio.php].

ll punto centrale dell'articolo è che "è inutile risparmiare energia".

Nel caso del Petrolio, con due passaggi aritmetici Battaglia dimostra che anche riducendo fortemente dall'oggi al domani i consumi mondiali, la "fine del petrolio" (concetto in sè bizzarro) avverrebbe, ad esempio, tra 55 anni invece che tra 50.

Il calcoletto è giusto, ma il modello è semplicistico: invece di una curva a campana (ben nota ai Peakoilers) si assume una situazione detta tecnicamente "a gradino". Questa approssimazione sarebbe contestata da un attento macroeconomista, abituato a trattare i "cicli di vita" dei Prodotti, che prevedono una fase di crescita, una di stabilizzazione e una di decrescita... pertanto non rende conto di alcun fenomeno di inflazione, contrazione di produzione e di scambi, e di transizioni Energetiche. Conduce in modo deterministico al collasso della Civiltà Industriale.

Nel suo invito a "sperperare" Petrolio, perchè "tanto non cambia nulla" il Chimico dimentica però che, senza Oil, sarà "un po' " più complicato produrre plastiche, gomme, vernici, tessuti, farmaci (e per essere sintetici, qualunque cosa).

Però - continua Battaglia qualcosa ci aiuterà prima della fine del secondo ed ultimo gradino, quello del collasso... l'Energia da fissione nucleare.

Secondo Battaglia, il Pianeta ha riserve di Uranio e Torio tali da mantenere gli attuali flussi di Energia elettrica per decine di migliaia di anni. Purtroppo, alcuni Geologi non la pensano così e - tanto per cambiare ci indicano che siamo in prossimità del picco dei Materiali fissili (coerentemente, il prezzo dell'Uranio aumenta esponenzialmente). Se le stime fossero realmente ultra-abbondanti come rassicura Battaglia, avremmo assistito da tempo a un superamento delle centrali nucleari, a discapito del termoelettrico tradizionale.

Un'altro concetto, già ben spiegato dal prof. Bardi in un post specifico, è che l'EROEI del Nucleare è inferiore a quello delle Energie Rinnovabili (studio di scienziati australiani). Questo può sorprendere i non-addetti, ma è come fare il confronto tra bicicletta e autovettura (la prima "rende" energeticamente almeno 5 volte la seconda, anche se è meno "potente". Inoltre, ha emissioni zero).

Nel computo dell'EROEI teniamo conto di tutto: costruzione dell'Impianto, approvvigionamento (estrazione, trasporto) della Materia Prima, il suo trattamento (concentrazione/arricchimento), gestione dell'Impianto, sicurezza, dismissione delle scorie.

Alla luce di questi dati, come possiamo reputare promettente l'attuale tecnologia Nucleare?

Tra 20 anni, costerà di più l'Energia Rinnovabile o quella Atomica?

Battaglia dà anche un cenno alla definizione di Rinnovabile ma per... "liquidare" Eolico, Fotovoltaico, Idroelettrico catalogandoli come "colossale illusione", in quanto non in grado di assicurare l'attuale fabbisogno energetico. In poche parole, per dirla alla Bush... "il nostro tenore di vita non è sindacabile".

Insomma il problema viene ridotto a una partita ... Privazionisti contro Abbondantisti.

Ma, ahimè, il problema dell'Energia è qualcosa di più di un incontro di calcio, in cui ci si può rivolgere (a giochi fatti) ad opinionisti per speculare con congiuntivi e condizionali !

Le argomentazioni sopra riportate riprendono quelle che ho inviato a Battaglia via mail.
Il professore mi ha risposto gentilmente, ma invece di confutare (dati alla mano) quanto gli ho scritto, si è limitato a dire che "siamo su posizioni differenti".


Franco Galvagno


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

[ma dai, è bello, sembra un contezioso tra giovani hegheliani, il peak oil ha certamente il merito d riportare la scintilla del pensiero in una morta gora epocale di pleistèscio]

painlord2k@gmail.com ha detto...

Il post è interessante, ma la limitata lunghezza non gli permette di
sviluppare adeguatamente il problema.
Ad esempio, un grosso problema dell'eolico è che non è una fonte di
energia costante (cioè funziona bene quando c'è molto vento, male quando
è poco e per nulla se non c'è). Non è una fonte di energia principale,
ma supplementare. Ad ogni impianto eolico va associato un qualche
impianto (gas, olio, idro) che sia in grado di essere attivato
velocemente come back-up quanto il vento non tira, per mantenere il
flusso di energia nella rete stabile (oppure dovrebbe esistere un modo
di immagazzinare a lungo termine l'energia con batterie).
Per non dire che non è possibile, ne auspicabile, spargere centrali
eoliche sul terriotorio in modo indiscriminato (tra l'altro producono
desertificazione). Farle in mare è molto più costoso (sia costi fissi
che variabili) e si allungano le linee e quindi aumenta la perdita di
energia.
D'altro canto, periodi di poco vento possono durare anche giorni, e
rimanere a secco di energia elettrica per "qualche giorno" non è una
opzione in una civiltà ad alta tecnologia.
Che il consumo di uranio mandi fuori mercato le centrali ad uranio è
improbabile. Il consumo si posizionerà, al massimo, al mimite di prezzo
più elevato che sia economicamente sostenibile, non di più.
Un pattern di consumi energetici differente (con l'uso di PHEV - veicoli
elettrici plug-in) renderebbe il costo delle centrali nucleari anche più
competitivo, perché permetterebbe una maggiore percentuale di utilizzo a
pieno ritmo delle centrali e quindi di ripagare più velocemente
l'investimento; una centrale nucleare deve mantenere un output costante
di energia (o quasi), e quindi in presenza di consumi ampiamente
variabili deve essere complementata da centrali idroelettriche, a olio
combustibile o a gas (che costano di più del nucleare).
Aggiungiamo, per altro, che se la tecnologia solare o eolica si presume
migliorerà con il tempo, nulla osta ad un miglioramento della tecnologia
nucleare e ad un abbassamento dei costi.

Se ci sarà una soluzione al problema dell'energia verrà non da una
singola tecnologia, ma dalla loro combinazione intelligente.

La valutazione delle riserve di uranio, tra l'altro, si riferisce alle
riserve di U235 (immagino) e non a quelle di U238.
http://it.wikipedia.org/wiki/Uranio
Qui mi dice che il 238 è il 99% e più dell'uranio disponibile.
Quindi, con dei reattori autofertilizzanti si può trasformarlo in
plutonio. Il che moltiplicherebbe per 100 la quantità di combustibile
disponibile.
Per non parlare del torio
http://it.wikipedia.org/wiki/Torio
"Il torio si trova in piccole quantità nella maggior parte delle rocce e
dei suoli, dove è circa tre volte più abbondante dell'uranio, ed è circa
comune quanto il piombo. "