venerdì, settembre 12, 2008

Oltre il petrolio



Ho assistito di recente, nella mia città, a un dibattito dal titolo “Oltre il petrolio” nel quale i vari relatori tentavano di prefigurare soluzioni alla crescita delle quotazioni petrolifere degli ultimi anni.
Niente di entusiasmante, nella sala diversi cominciavano a sbuffare e sbadigliare, avevo quasi deciso di andare via, quando prende la parola l’Ing. Tullio Fanelli, Commissario dell’Autorità per l’Energia Elettrica e Gas, che in un elegante completo gessato e con tono rassicurante spiega all’uditorio come non sussista minimamente un problema di scarsità dei combustibili fossili, che non bisogna dare retta ai sostenitori del Picco del petrolio, la cui teoria è sostanzialmente una novella. Nel mondo esistono quantità sterminate di combustibili fossili per varie centinaia di anni, grandi quantità di sabbie bituminose e idrati non aspettano altro che essere estratte, è solo una questione di costi (sic!), i carburanti possono essere ricavati tranquillamente dal metano e dal carbone. Non date retta ai catastrofisti, i costi di produzione del petrolio sono bassissimi, appena dai 5 ai 30 dollari al barile e i prezzi sono saliti solo perché non ci sono stati più investimenti nell’estrazione dell’oro nero.

A questo punto, mi aspettavo che, in continuità con questa solita sfilza di luoghi comuni, dicesse che però gli alti prezzi avrebbero inevitabilmente determinato di nuovo una crescita degli investimenti nella realizzazione di nuovi giacimenti e tutti sarebbero vissuti felici e contenti grazie alle leggi imperiture del mercato e dell’economia. Invece, l’Ing. Fanelli, a sorpresa, si esibisce in una fantasiosa variante del modello tranquillizzante in voga nel mondo economico politico nostrano: gli investimenti non ci sono più perché il mercato dei contratti petroliferi, imperfetto e senza concorrenza, non supera i dieci anni; la durata minima per mettere in produzione nuovi giacimenti non consente pertanto agli imprenditori di avere sufficienti garanzie che l’investimento sia remunerativo. E allora, l’uovo di Colombo è quello di fornirle queste garanzie e vedrete che gli investimenti riprenderanno.
A questo punto, stavo per alzare la mano per prendere la parola e chiedere maggiori delucidazioni: “Come pensa, Ing. Fanelli, di fornire queste garanzie, con la creazione di un mercato vincolato, con la creazione di un’autorità internazionale che impedendo la discesa dei prezzi, renda ancora più imperfetto quel mercato dei contratti petroliferi che la disturba tanto?”, ma il moderatore ha chiuso la discussione dicendo che il dibattito era finito e ha mandato tutti a casa.
Allora ho deciso di porre le domande dalle pagine di questo blog, nella speranza che qualora il destinatario le leggesse, si decidesse cortesemente a illuminarmi con una sua autorevole risposta.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Fanelli ha precedenti che lo qualificano come nemico dichiarato delle fonti rinnovabili. Sperare che legga un blog di "catastrofisti", lui che possiede la Verità Rivelata, è almeno azzardato. Nei tuoi panni, poichè eri presente, gli manderei un messaggio presso l'AEEG - e per conoscenza al presidente Ortis, che ritengo persona ben diversa - spiegandogli come e qualmente ha detto cxxxate.
Cari saluti
Leo

Anonimo ha detto...

Mi sa che l'ing. ha trovato dei pozzi di petrolio anche vicino a casa, ha trivellato l'asfalto ed è sgorgata direttamnte benzina e gasolio! Miracoli della tecnica?
No, ha alzato lo sguardo ed ha visto sopra di se prima un'insegna con su scritto AGIP, poi un'altra con scritto ESSO...
:-)
Sorridiamo ogni tanto, altrimenti il picco ci porterà a... picco!

Frank Galvagno ha detto...

Regola aurea, almeno per me:

- diffidare da chi parla in pubblico in gessato
- usa toni rassicuranti
- dice che non ci sono mai problemi.

Quanto alle sue fonti, ci sono un paio di libri di manager ENI che devono averlo ispirato profondamente :-)

Gianni Comoretto ha detto...

@pippolippo: non sarebbe il primo a trovare un giacimento di benzina:
http://aspoitalia.blogspot.com/2008/07/attivit-estrattive.html

@frank: la regola del gessato mi sembra ragionevole, le altre due non necessariamente. Io diffido ANCHE di chi prevede catastrofi imminenti (che so, pianetoni, buchi neri, scie chimiche, rom rapitori di bimbi, alieni grigi), e la parte del "tranquillizzante" tocca spesso farla a me.

Sul post. Sarebbe da spiegare il concetto di EROEI al nostro ingegnere. O mandargli l'articolo i cui si ipotizzava che la estinzione di massa del C-T fosse stata causata da una destabilizzazione degli idrati di metano.

Anonimo ha detto...

secondo me, mira soltanto a ottenere finanziamenti pubblici per garantire gli investimenti per cercare petrolio "italiano " .. mai ascrivere alla stupidità cio' che puo essere spiegato dall'avidità ..

Terenzio Longobardi ha detto...

Tutti commenti molto appropriati, ma l'ultimo è particolarmente intrigante. Ringrazio Leonardo per i consigli, non spero che Fanelli legga il nostro blog, ma forse qualcuno che lo conosca e lo informi, sì.

Vernetto ha detto...

hehehe Damiano.

Però effettivamente c'e' il rischio che un ribasso duraturo agli 80$ scoraggi dall'investire in nuovi progetti, rendendo ancora più drammatico il prossimo oil shock. Ma è uno scenario che mi sembra improbabile. Anche la chiamata di Bush all'invasione dell'ANWR mi sembra indicare che l'industria vuole investire pesantemente nel settore, e se investe è segno che sente odore di $.

Anonimo ha detto...

@vernetto
si , e' possibile che gli industriali sentano odore di soldi in alaska .
vorrei fare un altro commento sull'andamento altalenante dei prezzi : , da un punto di vista meramente economico , i casi sono due : o il prezzo del petrolio sale costantemente o ci sarà una serie di picchi e ridiscese , piu o meno brusche , con in media il prezzo che sale ogni anno .Questo per le compagnie e' lo scenario peggiore ,paradossalmente , visto che per loro risulta piu' difficile fare investimenti . agli economisti catastrofisti e incompetenti / geologi e scienziati vari portasfiga/ ecologisti nemici del progresso [uno vale l'altro , per l industria petrolifera ] , in realta , non interessa ,perche in entrambi i casi possono sottolineare i vantaggi di passare a usare fonti alternative . nel secondo caso(picchi e discese) si possono pure usare argomenti di natura biecamente psicologica per accellerare la transizione alle rinnovabili , che risentono meno delle perturbazioni di mercato (gli investimenti in genere sono piu' piccoli ) .
un'altra cosa : secondo me ormai si puo' solo cercare di limitare i danni e di evidenziare gli errori del passato perche le generazioni future non li ripetano , siamo fuori tempo massimo per una transizione energetica indolore.

Anonimo ha detto...

scaroni ha detto che c'è petrolio per 80 anni e si stimano circa 6000miliardi di riserve in tutto il mondo.
un T.S.O. per questo ''essere'' grazie. :)

Anonimo ha detto...

Tanelli è stato messo li' in quanto fedele a qualche politico di questo governo. E per tale motivo deve ripetere piu' o meno le stesse cose di Franco Battaglia.
E' inutile che ce la prendiamo: da quando il mondo e' mondo, chi ha il potere impone le sue idee, giuste o sbagliate che siano.
Ammettere la finitezza del petrolio significa mettere in discussione questo modello economico. Ed e' per questo che le fonti "ufficiali" non lo faranno mai.

Anonimo ha detto...

@ damiano: vallo te a spiegare a quellui che prendono decisioni nella società di oggi che bisogna non commettere più gli errori del passato...... mi sa che ci tocca fare solo azioni individuali purtroppo

Anonimo ha detto...

paolomot ,siamo in democrazia . i politici per essere eletti devono dire quello che a gente comune vuole sentirsi dire. Nel congresso USA ci sono dei deputati repubblicani consci del picco del petrolio
http://www.energybulletin.net/node/5080
, e poi McCain sceglie come vicepresidente la Palin che fa tanto "pioniera cristiana americana" che di economia e scienza non capisce una mazza (con rispetto parlando delle mazze ).. perche? ma perche gli servono i voti della dastra fondamentalista ciristiana , e la palin serve allo scopo .. che poi se la palin diventasse davvero presidente in tempi di post-picco gli USA probabilemtne andrebbero in rovina , beh , questo e'
un problema che i repubblicani affronteranno *DOPO* la vittoria elettorale .

idem dicasi per i verdi italiani : pecoraro scanio aveva addirittura scritto la prefazione italiana all' edizione di un libro sul picco ("la festa e' finita ,di heinberg")

gianni alemanno , di AN , partecipa ai meeting del "club of rome" , nota congrega di "catastorfisti malthusiani "..
http://www.clubofrome.at/events/2008/rome/public.html

ma nessun politico puo' dire certe cose in pubblico . devono per forza dirle i privati cittadini come noi .

Anonimo ha detto...

Fanelli lo ha ascoltato sbalordito alcuni mesi fa a Roma al congresso "The Solar Revolution" organizzato da The Economist. Credo che anche allora fosse in gessato, con appariscenti gemelli ai polsini della camicia. La cosa che mi mise subito sul chi vive, oltre all'abito che spesso fa il monaco, fu l'incipit con una citazione di Croce (che ci azzeccava Croce con la Solar Revolution?). Dopodiché iniziò a sparare bordate contro il fotovoltaico sostenendo che era una tecnologia che non sarebbe mai stata competitiva con i combustibili fossili e il nucleare, come lui aveva sempre sostenuto fin dagli anni '70. Citando costi per kWh e dati di efficienza e produttività assolutamente sballati se la prendeva con il conto energia, una subdola tassa ai danni dell'ignaro consumatore italiano che sarebbe stato bene utilizzare per incentivare ben altre fonti (e qui sono d'accordo che c'è del disegno dietro l'apparente follia). A chiusura della sua lunga tirata retorica senza slides, citazioni di fonti, di numeri fondati, si offriva di pagare a tutti na tazzurella di caffé nel caso in cui fra 10 anni il fotovoltaico fosse stato competitivo, sicuro di vincere la scomessa come già accaduto in passato. Nella sala c'è stata prima incredulità, poi gelo, infine si è cominciato a protestare e rumoreggiare senza che il relatore facesse una piega. Dopo di lui ha preso la parole il presidente del GSE dichiarandosi subito distante dalle posizioni del suo "caro amico Fanelli". Sembrava un buon inizio e poi anche lì non è uscito niente, non un numero, un dato serio, una critica articolata capace di controbattere le sparate del caro amico... Una roba nauseante da salotti e corridoi del potere romano che mi ha guastato l'intero soggiorno nella pur magnifica città eterna.

massimo nicolazzi ha detto...

Commento postumo. Smettiamola di scambiare l'ignoranza per teoria del complotto. Fanelli (che non è, inciso di pura informazione, nomina di questo governo) se ha detto questo semplicemente non sa. Come non sapeva Catricalà quando inveiva sugli extraprofitti delle compagnie petrolifere che intascavano il surplus rispetto a cinque dollari di costo di produzione per barile (e rimando sul punto al post indignato di Bardi). E neanche si fa ispirare dai miei ex colleghi Eni, che se gli dici che il problema è che un contratto petrolifero (che non so cosa sia) non supera i dieci anni scoppiano a ridere e non ti assumono nemmanco come usciere. Al mondo esistono diritti di ricerca (insomma, vediamo se trovi qualcosa) inferiori a 10 anni anni. Ma da nessuna parte al mondo i diritti a vita intera stanno sotto i vent'anni, con clausola di rinnovo, e spesso da subito arrivano alla vita intera del giacimento (C'è qualche eccezione, tipo Iran; ma per spiegarla e spiegarne l'ininfluenza rispetto al Fanelli dixit ci vorrebbe un post intero. Fidatevi...). Insomma se Fanelli ha detto quel che il post riferisce il tema è solo di capire perchè parlino di ciò di cui non sanno, e se non sanno di capire perchè li nominino (A difesa di Fanelli, mi limito ad aggiungere che per fare il mestiere della sua Authority non è necessario sapere di "contratti petrliferi"; onde il tema più ristretto diventa di capire perchè lo abbiano invitato a parlarne, e perchè lui abbia accettato)

Terenzio Longobardi ha detto...

Caro Nicolazzi,
io penso che il Fanelli si riferisse ai contratti futures scambiati sui mercati petroliferi che definiscono il prezzo del greggio, di durata in genere non superiore ai dieci anni. Se è così, anche a me sembra che faccia una grande confusione. Per questo avrei voluto che chiarisse meglio il concetto espresso durante il dibattito.

Ugo Bardi ha detto...

Nella mia esperienza, ci sono convegni detti di "alto livello" e tanto più sono di "alto livello" tanto più sono infestati da questi personaggi pomposi vestiti in gessato siberiano (per citare l'immortale Fantozzi) il cui sproloquio è altrettanto solenne quanto banale. In effetti, se va bene è solo banale, ma spesso è anche sballato.

Mi dichiaro daccordo con Massimo Nicolazzi: questi personaggi non sono parte di un complotto: sono semplicemente ignoranti e incompetenti. Ho letto da qualche parte di uno studio sull'incompetenza che aveva trovato che gli incompetenti non si rendono conto di esserlo. Mi sembra ovvio; non c'era bisogno di farci uno studio. Se si rendessero conto di essere incompetenti, cercherebbero di fare qualcosa per esserlo di meno: magari leggendo questo blog :-)

Ma non c'è da sperarci.

Anonimo ha detto...

I dibattiti sono tali quando anche il pubblico può partecipare alla discussione con interventi e domande.
O almeno quando i relatori fanno un vero e sano contradditorio tra di loro, anche con toni forti e accesi (senza ovviamente offese personali).
Se no non si possono definire dibattiti, ma sono soltanto eventi dove ognuno dice la sua ed alla fine il pubblico si alza annoiato e si chiede: "ma chi è che ha ragione?"