In altri tempi, il raggiungimento del "traguardo" dei trecento milioni di persone sarebbe stato causa di celebrazione (più popolo=più baionette, come diceva il duce da noi). In questi giorni, la notizia è stata data sui network con un misto di approvazione e di perplessità. Non è politicamente corretto dire che la crescita della popolazione è una cosa negativa, anzi, nella maggior parte dei casi si è letto che è una cosa positiva, se non per il numero di baionette, almeno per l'economia. Negli USA, sembra che alcuni vedano la crescita demografica nazionale come un punto di vantaggio sulle demograficamente decadenti società europee e russe. Ma una certa apprensione sul superamento dei limiti di sostenibiità negli USA sembra serpeggiare.
Lester Brown è fra quelli che hanno commentato negativamente la crescita della popolazione americana nell'articolo che segue dal sito "earthwatch".
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U.S. POPULATION REACHES 300 MILLION, HEADING FOR 400 MILLION
No Cause for Celebration
Lester R. Brown
Sometime this month, the U.S. population is projected to reach 300 million. In times past, reaching such a demographic milestone might have been a cause for celebration. In 2006, it is not. Population growth is the ever expanding denominator that gives each person a shrinking share of the resource pie. It contributes to water shortages, cropland conversion to non-farm uses, traffic congestion, more garbage, overfishing, crowding in national parks, a growing dependence on imported oil, and other conditions that diminish the quality of our daily lives.
With births exceeding deaths by nearly two to one, the U.S. population grows by almost 1.8 million each year, or 0.6 percent. Adding nearly 1 million immigrants per year brings the annual growth rate up to 0.9 percent, raising the total addition to 2.7 million. As things now stand, we are headed for 400 million Americans by 2043. (See data at http://www.earthpolicy.org/Updates/2006/Update59_data.htm.)
Full article at:
http://www.earth-policy.org/Updates/2006/Update59.htm
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