"Il politico, il giornalista, l'architetto e lo scienziato"
Tragicommedia in un atto
created by Nicola Dall'Olio
Personaggi ed interpreti:
- Il conduttore televisivo (noto conduttore RAI)
- Il politico (ex presidente della Camera ora presidente di un partito di centro (?))
- Il giornalista (direttore del settimanale più venduto in Italia)
- L'architetto (architetto italiano dal nome vagamente ungherese)
- Lo scienziato (premio nobel per la fisica)
Ecco la cronaca in forma teatrale, con pochi incisi del coro, di una discussione sull'energia avvenuta durante una trasmissione televisiva del 14/02/2008
Scenario: Interno, lo studio di Anno Zero, telecamere, pubblico nell'ombra seduto su gradinate di legno
Dopo un lungo parlare di alchimie elettorali e partitiche,
il conduttore butta lì il tema dell'energia, l'energia in Italia è troppo cara, incide sulle tasche dei cittadini e sulla competitività delle imprese, il problema è che siamo troppo dipendenti dai combustibili fossili i cui prezzi continuano a salire. Cosa bisogna fare?
Parte sparato
il politico, il fatto è che non abbiamo sviluppato il nucleare, guardate la Francia, guardate l'Inghilterra, nucleare e risolviamo tutto e poi termovalorizzatori [sì termovalorizzatori, la nuova soluzione energetica] e gassificatori, l'Italia non investe nelle infrastrutture è questo il problema, meno male che non c'è più il mio amico Pecoraro Scanio che pensava di produrre energia con il solare e l'eolico, quelli sono pannicelli caldi che fanno ridere i polli....
Lo scienziato ribatte che il nucleare ha dei problemi: ci vogliono almeno 10 anni per costruire una centrale, per coprire il 30% del fabbisogno elettrico nazionale ci vogliono 20 centrali, una per regione, se non siamo in grado di fare i termovalorizzatori come pensiamo di fare le centrali nucleari, e poi ci vogliono miliardi di euro che si ripagano se va bene in 40 anni, chi investe?
Il costo dell'energia elettrica dal nucleare sembra basso, ma in realtà è estremamente caro se si computano tutti i costi, nei costi del nucleare francese bisognerebbe aggiungere quelli sostenuti per mantenere la Force de frappe e per lo smaltimento delle scorie a cui lavorano 30.000 persone pagate dallo Stato. Anche negli USA tra Barak e Hillary si sta discutendo di chiudere il deposito della Yukka Mountain, di trovare soluzioni alternative per le scorie. E poi il prezzo dell'uranio è anch'esso in forte aumento.
Il politico: beh, allora, caro professore, cosa dobbiamo fare? dobbiamo aspettare ancora, come si è fatto fino ad adesso, solo perché ci vogliono 10 anni per costruire una centrale? dobbiamo rinunciare all'energia per il problema delle scorie? [sottinteso: smettere di crescere??? risparmiare???]
Lo scienziato qui si smarca, e sfodera un assist perfetto per il suo interlocutore: ma no, si può fare, è che ci vogliono anche e soprattutto investimenti in ricerca e sviluppo, quando ero all'Enea avevo presentato un progetto per bruciare le scorie riducendone la radioattività e producendo energia [un nuovo tipo di termovalorizzatore?]. Però il progetto non è stato finanziato e così me ne sono andato all'estero alla ricerca di maggior fortuna
Il politico: ecco, vedi, lo dicevo, se si vuole si può risolvere, è un problema di volontà politica, di investimenti in infrastrutture e ricerca.
Interviene l'architetto
l'architetto che dice che Ségolène Royal ai tempi della campagna elettorale ha perso perché in un confronto con Sarkozy non ha saputo dire quanto era la quota di energia francese prodotta con il nucleare. Lei ha detto 13%, dimostrando di non essere preparata, Nicolas, più bravo, il 60%. La risposta giusta era infatti il 70%.
Lo scienziato interviene: architetto ti sbagli, è il 70% dell'energia elettrica che è un terzo dei consumi energetici, la quota del fabbisogno energetico coperto dal nucleare è dunque molto inferiore [forse che Ségolène era invece molto preparata?] ma gli altri non sembrano interessati a questa osservazione, la differenza tra consumi di energia primaria e consumi di energia elettrica pare solo una fastidiosa disquisizione da scienziato.
A questo punto scende in campo il giornalista [e qui il povero cronista ha fatto veramente fatica a non spegnere la Tv, anzi dopo un po' l'ha spenta per la troppa rabbia, ma poi l'ha riaccesa per dovere di testimonianza], che parte irridendo Prodi (ci vuole poco di questi tempi). Ai tempi dell'insediamento del governo, durante una conferenza stampa, gli aveva chiesto come pensava di risolvere il problema energetico e mortadella avrebbe risposto "con il risparmio", ah! ah! ah!, il risparmio, ma vi pare? Ma qua ci vogliono soluzioni vere, signori, ci vuole il nucleare, come stanno facendo tutti i paesi europei, che stanno progettando a tutto spiano nuove centrali [?!], prendete la Germania [la Germania??], perché l'energia costa meno in Germania e sono più competitivi di noi? perché? ma perché la maggior parte dell'energia in Germania è prodotta dal nucleare, il solare e l'eolico di cui si sente tanto parlare sono cose ridicole, bazzecole fatte dalla coalizioni di centrosinistra per accontentare i Verdi...
Lo scienziato salta sulla sedia, prova di nuovo a chiarire: vi sbagliate, il nucleare in Germania è solo una quota minoritaria dell'energia elettrica che a sua volta, come ho già detto, è una quota minoritaria dei consumi di energia primaria, ma
il giornalista non fa una piega, cambia semplicemente argomento, inizia a parlare di mancanza di ricerca e di preparazione nelle scuole, perfino all'interno del suo giornale molti non sanno rispondere alle domande del test PISA, è sulla formazione che bisogna agire.
Interviene di nuovo lo scienziato: non c'è la soluzione, la fonte risolutiva, non si può semplificare il problema energetico a nucleare sì, nucleare no. La soluzione verrà, oltre che dall'efficienza energetica, da un mix di fonti: dal geotermico, dalle biomasse, dal solare a concentrazione, e poi sì, se si finanzierà la ricerca, si potrà provare a fare anche qualche centrale nucleare di nuova generazione [notate: nessun riferimento a eolico e FV forse perché irrisi dal politico e dal giornalista, nessun riferimento a riduzione dei consumi e meno che mai ha picchi di risorse]. Il problema energetico è bipartisan, ha bisogno di soluzioni tecnologiche e non politiche. Occorre darlo in mano ad esperti del settore finanziando la R&S e gli investimenti con parte degli enormi proventi fiscali derivanti dalle tasse sui combustibili.
Politico: ma certo, certo, siamo tutti d'accordo, nucleare, termovalorizzatori, gassificatori e poi, non dimentichiamoci, il carbone, con le tecnologie attuali il carbone è pulitissimo [e Kyoto?]. Il problema è che in questo paese con il governo Prodi non si è investito in infrastrutture, non solo quelle energetiche, ma anche leautostrade, la TAV...
A questo punto il conduttore ritiene la discussione conclusa e cambia argomento.
P.S: Dimenticavo, mentre si discuteva di energia si è affrontato anche il problema delle carenze del nostro sistema di istruzione superiore e universitario. Per il politico la ricetta è la riduzione del numero di sedi universitarie e l'istituzione del numero chiuso. Per lo scienziato la privatizzazione, così aumenta la competizione. Il modello di riferimento per l'Italia deve essere Harvard.
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