Sembrerebbe che dovrebbe essere ormai assodata la necessità che l'Italia segua la politica degli altri stati Europei e si impegni seriamente sull'energia rinnovabile. Se questa sembra essere un'opinione diffusa, rimane tuttavia uno zoccolo duro di irriducibili che continua a sostenere che le rinnovabili non servono a niente, anzi che sono uno spreco di soldi.
Vale la pena di esaminare le argomentazioni dei nemici delle rinnovabili che, molto spesso, si riducono a un'osservazione banale: le rinnovabili, e in particolare le "nuove" rinnovabili producono oggi soltanto una piccola frazione dell'energia totale prodotta. Viceversa, la fissione nucleare ne produce molta di più. Ergo, la fissione nucleare è l'unica soluzione. Fra i vari esempi, questa argomentazione si trova esposta in dettaglio in una "Lettera aperta al presidente Ciampi" dove, con numerosi firmatari, si va avanti per un paio di dense pagine a sostenere che le rinnovabili producono poca energia rispetto ai fossili e che pertanto sono una "pericolosa illusione" mentre si sostiene (senza alcuna quantificazione del motivo) che l'unica soluzione è la fissione nucleare.
E' sorprendente che si possa sostenere seriamente una cosa del genere. La penetrazione nel mercato delle varie tecnologie è un processo dinamico; come si fa a trarre delle conclusioni generali da un esame della situazione statica in un momento qualsiasi? La domanda da porsi, invece, è "quali tendenze di crescita mostra il mercato per le tecnologie rinnovabili?" Per spiegarsi, se uno avesse esaminato il mercato statico del trasporto su strada verso la fine dell'800 avrebbe concluso che le automobili non avevano nessuna speranza contro i cavalli. Guardando le tendenze, invece, già allora si sarebbe potuto notare la rapida crescita dei mezzi a motore e sospettare che erano destinati a conquistare il mercato.
Se si vanno a vedere le tendenze di crescita, vediamo che la situazione è molto favorevole per le rinnovabili. Ecco una figura tratta da un articolo recente (Wind=eolico, PV=fotovoltaico, "solar heat" = solare termico)
Come si vede, le nuove rinnovabili sono partite verso il 1975 con 25 anni buoni di ritardo rispetto alla fissione nucleare, il cui primo impianto commerciale di produzione energetica risale al 1951. Dato il ritardo, non c'è da stupirsi se oggi il nucleare produce molto di più delle rinnovabili. Ma se sovrapponiamo le curve a parità di data di partenza, vediamo che la velocità di crescita delle rinnovabili è sempre stata superiore a quella del nucleare. Se le tendenze di crescita rimangono le attuali, il vento potrebbe raggiungere e superare il nucleare in una decina di anni e il fotovoltaico in una ventina di anni.
Da notare, fra le altre cose, come il grande sviluppo dell'energia nucleare negli anni '50 e '60 abbia beneficiato dei fondi per lo sviluppo delle armi nucleari, di cui il nucleare civile si può considerare uno spin-off. Sparito questo sostegno, lo sviluppo dell'energia nucleare si è arrestato. In confronto, il supporto pubblico alle rinnovabili è stato enormemente inferiore e, in Italia, è stato un puro imbroglio. I fondi, pur abbondanti, destinati alle rinnovabili del cosiddetto "CIP-6" invece di andare alle vere rinnovabili sono andati alle "assimilate", ovvero all'incenerimento di rifiuti industriali.
Quindi, come dicevo prima, è stupefacente che qualcuno proponga seriamente una comparazione fra nucleare e rinnovabili basata sulla valutazione statica del mercato attuale. Questo ci porterebbe a errori marchiani, della serie di quelli che la storia ha additato al ludibrio generale. Per esempio, il fondatore della IBM, Thomas Watson, disse che in tutto il mondo c'era mercato forse per 5 o 6 computer. Anché li, una valutazione statica del mercato del momento lo aveva portato a sottovalutare enormemente le potenzialità di una tecnologia.
Altrettanto stupefacente è che i nuclearisti spendano tanto tempo e tante energie per denigrare le energie rinnovabili sulla base di argomenti così deboli. A che pro buttarsi con tanto ardore in una polemica di così basso livello? Vuol dire fare solo ulteriore confusione in una situazione già difficile e va a finire che la gente rimane attaccata ai combustibili fossili perchè non vede alternative. Non è detto che l'energia nucleare non ci possa dare una mano a passare la fase di transizione dai fossili alla sostenibilità, ma se se ne deve discutere seriamente ci vuole un atteggiamento ben diverso, e più serio, da parte dei suoi proponenti.
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