lunedì, novembre 27, 2006

Il Rapporto Stern e lo studio WWF a confronto

Un articolo molto interessante da "Umanità Nova" a firma di "MarTa" che mette a confronto i risultati del recente "rapporto Stern" e quelli dello studion "The Living Planet" del WWF. Curiosamente, Tony Blair (che ha commissionato il rapporto) e il WWF si trovano daccordo.

_________________________________________________________________________


Umanita` Nova. n. 37. del 19 novembre 2006. anno 86.

Clima: rapporto "Stern" e "The living planet" del WWF.

Un'impronta devastante.

L'ottobre di quest'anno in Italia verra` ricordato, almeno dai fortunati abitanti delle localita` marine, perche` cosi` mite da permettere ancora gradevoli nuotate. Magari, tra un tuffo e un altro, buttando l'occhio sulla stampa quotidiana, qualcuno si sara` accorto della quasi contemporaneita` con cui si pongono all'attenzione dell'opinione pubblica due rapporti ambientali. Analogo il tema dell'indagine, diversi gli autori. Da una parte il WWF con i risultati del suo studio biennale "The living planet report 2006", dall'altra un gruppo di lavoro guidato dall'economista Nicholas Stern che ha condotto una ricerca sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici, commissionata dal governo britannico di Blair.

La considerazione singolare e` che, questa volta, le conclusioni cui giungono gli studiosi, pur partendo da un differente approccio, sono molto simili. E' probabile che Blair non voglia essere ricordato solo in relazione alla sua partecipazione alla guerra in Iraq, o forse ha bisogno di trovare una giustificazione per l'introduzione di alcune "tasse ambientali", ma e` comunque significativo che dagli estratti dello studio di 700 pagine, proposti in anteprima dalla stampa inglese, risulti uno scenario a dir poco preoccupante. Fino al 20 per cento del prodotto lordo mondiale perso per colpa del global warming e 200 milioni di profughi in fuga dai territori che, piu` pesantemente, subirebbero le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Stern analizza l'impatto del riscaldamento globale sui vari comparti produttivi da oggi al 2100, delineando le conseguenze limite dell'anomalo incremento delle temperature prodotto, principalmente, dal modello energetico basato sul petrolio e sui combustibili fossili. L'ipotesi peggiore, quella indicata dai dati prima riportati, costituirebbe un pericolo gravissimo per la capacita` di tenuta dell'economia mondiale e un fattore di grande tensione per gli "equilibri" politici.

Per scongiurare questa minaccia lo studio Stern suggerisce, sostanzialmente, di sostenere i rimedi proposti dal protocollo di Kyoto prevedendo pero` un rilancio nella individuazione degli obiettivi ed un'accelerazione nella loro realizzazione. In particolare sottolinea la necessita` del coinvolgimento degli Stati Uniti, quali maggiori responsabili dell'immissione dei gas serra, e dell'immediata partecipazione al protocollo di paesi come la Cina e l'India che, in seguito al loro rapido sviluppo economico tra i paesi emergenti, saranno presto responsabili di una significativa fetta delle emissioni inquinanti.


leggi tutto



/

Nessun commento: